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Immagine del redattoreGiulia Biamino

Come vivere una Pasqua (più) serena.

Provi ansia al solo pensiero di sederti a tavola, con amici e parenti.

Temi di non riuscire a controllarti, di cadere inevitabilmente nel circolo vizioso delle restrizioni che sfociano in abbuffate e viceversa, sperando che nessuno se ne accorga. Inizi ad avvertire disagio quando realizzi che sia il pranzo di Pasqua sia la tradizionale grigliata di Pasquetta si avvicinano e con loro i dolci, le uova di cioccolato ma soprattutto i commenti. Già, perché la superficialità e il tono giudicante di chi vi guarda il piatto anziché gli occhi rendono le feste un inferno, non importa quanti passi avanti abbiate fatto. Ci sarà sempre quella persona pronta a ricordarvi il passato, il peso perso o preso, il rapporto difficile con il cibo e il vostro corpo. Come se aver sofferto di un DCA fosse una sentenza definitiva.

“Ma lo mangi tutto?” “Certo che sei proprio pelle e ossa, praticamente anoressica!” “Caspita, siamo ingrassate eh?” “Adesso una bella camminata per smaltire, altrimenti diventiamo obesi qui!”

Non va normalizzato. Non sei tu a dover provare vergogna e rinnegare il percorso di consapevolezza e guarigione che stai portando avanti ogni singolo giorno. Respira, non assumerti la colpa né il peso di quelle parole che affondano nell’animo come pugnalate.

Ricordati che la diet culture è talmente subdola da essere radicata in chi ti rivolge commenti che dal loro punto di vista sono assolutamente innocui, persino “divertenti”. Spesso i tuoi interlocutori non hanno cattive intenzioni, sono contemporaneamente carnefici e vittime, perché proiettano su di te la medesima paura. Già, esorcizzano l’incapacità di accettare che il corpo cambia, che la fame varia, che non sono due o tre giorni di surplus calorico a rovinare uno stile di vita sano.



Non è necessario contare le calorie né utilizzare il cardio per smaltire: basta ridurre il cibo a un ammasso di macronutrienti, calcoli e numeri.

Non sei sola. Concentrati sull’assaporare per quanto possibile il momento di convivialità, di calore, di piacere.

Focalizzati sul tuo obiettivo: recuperare tutto ciò che a lungo ti sei negata.

Da piccola adoravi rompere l’uovo di cioccolata, aiutare in cucina, rilassarti e lasciarti stupire, l’hai scordato?

Magari ora non provi più quella spensieratezza e c’è una vocina fastidiosa che preme per farsi ascoltare…fai del tuo meglio, contrastala festeggiando ogni piccolo successo, ogni tentativo effettuato fino a qui.

Ci stai provando, ti siederai comunque a quella tavola nonostante la difficoltà e meriti rispetto e amore.

Soprattutto da parte tua, donati la libertà di credere che sia una Pasqua (più) serena.






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