Le diete,
tutti le fanno, tutti pensano che sia giusto farle, tutti pensano di doverle fare, tutti pensano che ci porteranno benefici, tutti ci hanno provato più di una volta.
Nessuno ci è riuscito.
Ti stai colpevolizzando per l'ultima dieta fallita? Stai pensando di non avere costanza, determinazione, volontà?
Ti ritieni per questo pigra, debole, golosa, ossessionata dal cibo?
Non sei l'unica persona ad avere questi pensieri, anzi appartengono a tutti.
La verità è che non sei tu ad essere diversa, sbagliata, priva dei valori necessari. La verità è che le diete sono fallimentari e disfunzionali.
Si esatto continuano a proporci un metodo che è riconosciuto come una delle prime cause dei disturbi alimentari con conseguenze scientificamente evidenti come ci racconta il Minnesota Study (il più grande esperimento sulla restrizione calorica e cognitiva) quali la perdita di fiducia, autostima e connessione con se stessi (ascolto dei propri segnali tra cui fame e sazietà, ti è capitato di far fatica a riconoscerli?), disfunzioni ormonali e metabolica (metabolismo rallenta inevitabilmente), amenorrea, emicrania, irascibilità, problematiche sessuali, isolamento sociale... potremmo andare ancora avanti!
Ma non finisce qui la grande menzogna sulle diete.
È importante essere consapevoli di alcune statistiche per avere un'idea più ampia e oggettiva.
Parliamo di diete focalizzate sul peso restrittive e/o prescrittive, bisogna sapere che il 98% delle persone che le intraprendono sul medio lungo periodo (dai 6 mesi ai 3 anni) tornano al peso iniziale senza parlare dei rischi prima descritti a cui si espongono. Ben il 75% delle persone aumenta addirittura il peso iniziale sempre sul medio lungo periodo ( ci sono molte situazioni di obesità che derivano da anni di diverse diete restrittive).
Il fatto che nel breve periodo, i primi mesi, si perda facilmente del peso illude dapprima e colpevolizza poi le persone che dopo un anno, due o tre si ritrovano in una situazione peggiore rispetto all'inizio.
La grande esigenza che invitiamo a sentire è quella di un approccio diverso verso il cibo, non focalizzato sul peso ma sul benessere psicofisico, non strutturato di regole ma di strumenti di ascolto e consapevolezza, non allineato al dovere ma al piacere, non soffocato dal valore morale ma ispirato alla soddisfazione delle proprie esigenze.
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