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Accogliere i cambiamenti in gravidanza

Aggiornamento: 9 mar 2023

“Ricordo quando ero al settimo mese. Avevo visto pian piano il mio corpo lievitare come un pandoro a Natale. Mi sentivo bruttissima, o meglio, lo ero. Non che prima della gravidanza io avessi chissà quale bel rapporto con il mio corpo; non mi sono mai piaciuta abbastanza ma, con il pancione, le cose sono peggiorate. Ormai erano settimane che non mi guardavo allo specchio della camera da letto e che non mi facevo vedere nuda da mio marito. Tante altre mamme, invece, non hanno avuto questo problema. Loro si accarezzavano il pancione felici. Io quel pancione lo odiavo ogni giorno di più. Non vedevo l’ora di partorire per ritornare nei miei vecchi jeans come tutte le mie amiche. Non riconoscevo più il mio corpo, stava cambiando troppo in fretta e io non ero pronta. I commenti della gente, poi, non mi aiutavano. Per fortuna mio marito non mi ha mai criticata, anzi, mi ripeteva sempre che ero bellissima. Io, però, non gli credevo. Ho pianto tanto, tantissimo. Ero orribile”.


Queste sono le parole di mamma Claudia che ho seguito in terapia pochi mesi dopo il parto.

Claudia non è l’unica donna ad aver vissuto così la gravidanza e, con essa, i cambiamenti del corpo ma ciò è accaduto anche a tante, tantissime, altre mamme; forse troppe.

Cresciamo in una società che ci chiede di essere perfetti, sempre. Una società che ci descrive la gravidanza come qualcosa di fantastico, dimenticandosi di mostrarci anche l’altra faccia della medaglia:un'altra possibile realtà.


Siamo abituati al manuale della mamma perfetta, quella che accarezza il pancione, che parla felice al bimbo fin da quando è nel suo grembo, che si guarda sorridente allo specchio e si scatta selfie da pubblicare sui social.

Ma la gravidanza è fatta anche di paure, di lacrime, di ansie, di insicurezze che aumentano, di pensieri negativi e di momenti di non accettazione.

Nei casi simili a quelli di Claudia, i rischi sono diversi. Tra questi troviamo un’elevata probabilità che si possa presentare un problema nell’ambito del comportamento alimentare (soprattutto nei casi in cui il rapporto con il proprio corpo era già critico) e problematiche nel rapporto madre-bambino. Infatti, la mamma potrebbe riversare sul piccolo le sue emozioni negative fino a vederlo come il principale colpevole del suo corpo mutato.


In questi casi il partner e la rete sociale hanno un ruolo fondamentale.

Il futuro papà deve rispettare il corpo della donna che cambia ma, soprattutto, deve mostrarsi disponibile all’ascolto e al sostegno. Migliorare la comunicazione già durante i nove mesi di gravidanza significa mettere delle buone basi per la nuova famiglia. L'occhio vigile di chi circonda la mamma è sicuramente di fondamentale importanza per evitare che un malessere passeggero si trasformi in un quadro patologico. In questi casi un percorso di sostegno psicologico, per elaborare i vissuti e le emozioni, può aiutare la futura mamma e/o la coppia a vivere al meglio la gravidanza e il successivo rapporto con il proprio figlio.


Dunque, ecco dei piccoli consigli utili per le future mamme:

• scrollatevi di dosso l'idea della perfezione, non esiste;

• imparate, con gentilezza, a bloccare i commenti non richiesti;

• evitate di fare paragoni con altre mamme perché non siamo tutte uguali;

• rispettate i vostri tempi di cambiamento e di accettazione;

• non abbiate paura di esprimere le vostre emozioni e/o di chiedere aiuto; farlo non significa essere deboli.


Dott.ssa Alessia Fiore – Psicologia in borsetta

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