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Immagine del redattoreGiulia Biamino

“Diversa” non vuol dire “sbagliata”

Ti è mai capitato di sentirti sbagliata semplicemente perchè i tuoi interessi o le tue passioni non coincidevano con quelli della tua cerchia di amici o familiari?

A me è successo. Per anni.


Hai mai provato vergogna o nascosto lati di te pur di compiacere e sentirti più accettata dal gruppo?

In inglese c’è un’espressione tipica che descrive tali situazioni, “to be a vanilla person”, ossia non distinguersi dalla massa e restare talmente ordinario da risultare alla fine anonimo e insulso.

A nessuno dispiace quel sapore vanilla ma contemporaneamente non si viene apprezzati né ricordati.

Che senso ha faticare così tanto per adattarsi se poi non si è mai davvero liberi di esprimersi e mostrare la propria unicità?


Lo stesso discorso si applica ai corpi, purtroppo.

Anni di lotta, di dispercezione, di diete e allenamenti devastanti pur di avvicinare la propria fisicità ai canoni estetici di quel particolare momento.

La diet culture e la grassofobia della società moderna “giocano” sulle nostre insicurezze, spostando l’attenzione dall’interno all’esterno.

Il capro espiatorio diventa ora la pancia, ora la fisionomia della gamba, poi il numero sulla bilancia o il gonfiore (fisiologico) dopo i pasti.

Ecco che si instaura il meccanismo del controllo e si diventa il giudice più severo nei propri confronti.


Il rischio di cadere nella trappola del confronto c’è sempre, anche nella vita adulta e dopo un meraviglioso percorso di crescita personale.

La differenza è determinata dagli strumenti acquisiti e dal nuovo metro di paragone con cui ci rapportiamo alla realtà.

Inizia a sentirti semplicemente un valore aggiunto, apprezzando un giorno alla volta le particolarità sia tue sia altrui...per aiutare chi ti sta accanto a fare altrettanto con le proprie.

Modifichiamo il sostantivo per agevolare il comportamento: da “stranezze” a “unicità”.


Immagina la bellezza di promuovere le proprie potenzialità al posto di livellarle per restare nel solco.

Una comunità costituita da uomini e donne perfettamente uguali, realizzati con lo stampino è in realtà un involucro triste, ancora peggio del sapore vanilla.


Siamo tutti diversi, ciascuno di noi è unico...ed è proprio la nostra fortuna più grande. Una biodiversità da preservare.

Nessuno è sbagliato, nemmeno tu, per quanto possa discostarsi dalla media: restiamo umani e non equazioni matematiche da risolvere.






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