Ti è mai capitato di sentirti sbagliata semplicemente perchè i tuoi interessi o le tue passioni non coincidevano con quelli della tua cerchia di amici o familiari?
A me è successo. Per anni.
Hai mai provato vergogna o nascosto lati di te pur di compiacere e sentirti più accettata dal gruppo?
In inglese c’è un’espressione tipica che descrive tali situazioni, “to be a vanilla person”, ossia non distinguersi dalla massa e restare talmente ordinario da risultare alla fine anonimo e insulso.
A nessuno dispiace quel sapore vanilla ma contemporaneamente non si viene apprezzati né ricordati.
Che senso ha faticare così tanto per adattarsi se poi non si è mai davvero liberi di esprimersi e mostrare la propria unicità?
Lo stesso discorso si applica ai corpi, purtroppo.
Anni di lotta, di dispercezione, di diete e allenamenti devastanti pur di avvicinare la propria fisicità ai canoni estetici di quel particolare momento.
La diet culture e la grassofobia della società moderna “giocano” sulle nostre insicurezze, spostando l’attenzione dall’interno all’esterno.
Il capro espiatorio diventa ora la pancia, ora la fisionomia della gamba, poi il numero sulla bilancia o il gonfiore (fisiologico) dopo i pasti.
Ecco che si instaura il meccanismo del controllo e si diventa il giudice più severo nei propri confronti.
Il rischio di cadere nella trappola del confronto c’è sempre, anche nella vita adulta e dopo un meraviglioso percorso di crescita personale.
La differenza è determinata dagli strumenti acquisiti e dal nuovo metro di paragone con cui ci rapportiamo alla realtà.
Inizia a sentirti semplicemente un valore aggiunto, apprezzando un giorno alla volta le particolarità sia tue sia altrui...per aiutare chi ti sta accanto a fare altrettanto con le proprie.
Modifichiamo il sostantivo per agevolare il comportamento: da “stranezze” a “unicità”.
Immagina la bellezza di promuovere le proprie potenzialità al posto di livellarle per restare nel solco.
Una comunità costituita da uomini e donne perfettamente uguali, realizzati con lo stampino è in realtà un involucro triste, ancora peggio del sapore vanilla.
Siamo tutti diversi, ciascuno di noi è unico...ed è proprio la nostra fortuna più grande. Una biodiversità da preservare.
Nessuno è sbagliato, nemmeno tu, per quanto possa discostarsi dalla media: restiamo umani e non equazioni matematiche da risolvere.
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