Il primo pensiero che attraversa la mente di chiunque sia agli inizi del proprio percorso - di recovery, di crescita personale o di psicoterapia - è quello di non farcela, di fallire.
La testa amplifica la paura e la tentazione di mollare è fortissima.
Gli schemi mentali sembrano troppo radicati, le emozioni confuse e il “tanto ormai” sta per essere pronunciato, di nuovo...e allora che senso ha tentare di guarire?
Ciò accade perché siamo tutti vittime di una grande bugia: la guarigione vista come punto di arrivo, come meta dopo la quale si starà bene, finalmente. Basteranno tot sedute, una nuova alimentazione, alcune modifiche allo stile di vita e il malessere si risolverà.
Saremo felici, in grado di non provare più determinati sentimenti.
I pensieri scompariranno e nemmeno ci si ricorderà del dolore o dei meccanismi utilizzati come valvole di sfogo.
Purtroppo (o per fortuna!) non è così.
Non esistono percorsi lineari, in continua ascesa, se si parla della tua vita e non di un film; il lieto fine verrà sostituito da giorni luminosi, “facili”, e altri in cui le difficoltà tenderanno a riportare a galla abitudini e concetti del passato.
Nei periodi di forte stress, la testa giocherà brutti scherzi e il corpo potrà reagire diversamente, anche dopo anni di sereno rapporto.
Ma allora, cosa cambia “dopo”?
Tu. La tua capacità di accogliere le emozioni senza identificarti in esse.
Il tuo grado di consapevolezza: il pensiero senza azione è transitorio, e sarai in grado di non assecondare più quelli disfunzionali.
Non tutti i mostri (o le loro voci) scompariranno ma tu non andrai più a cercarli. Non resterai nella loro gabbia.
Con la terapia e il supporto di professionisti, distinguerai le abitudini davvero sane per te da quelle che in realtà innescano circoli viziosi, spesso inconsapevolmente.
Avrai una chiave di lettura per il tuo microcosmo, non è meraviglioso?
E in caso di inciampo o di fasi di grande vulnerabilità?
Chiederai confronti costruttivi, parlandone apertamente, perché sono occasioni di crescita, più che battaglie da affrontare.
Esci dalla tua testa, a volte hai solo bisogno di una serata fuori, in compagnia, per un altro punto di vista prima di rientrarci.
La guarigione non è la destinazione, è una pratica quotidiana a cui dedicarsi. Ogni giorno manifesti le tue intenzioni, avanzi, ti conosci un po’ di più; non si torna mai indietro, anzi, man mano unirai i puntini e vedrai che avrà perfettamente senso.
Quando? Quando acquisterà significato per te.
Non guariremo mai del tutto...ma ogni giorno, continuamente.
Ecco perché non puoi fallire, lo stai attuando nel presente.
Autrice dell’articolo Giulia Biamino
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