Nel mondo frenetico di oggi, il nostro rapporto con il cibo è spesso caratterizzato da pasti veloci e distratti, in cui prestiamo poca attenzione ai segnali del nostro corpo. La Mindful Eating, o alimentazione consapevole, è un approccio che ci invita a connetterci con il momento presente e a vivere pienamente l’esperienza del mangiare attraverso i cinque sensi. Comprendere come questi sensi influenzano la nostra fame e identificare i trigger che ci portano a mangiare inconsapevolmente può trasformare il nostro rapporto con il cibo, migliorando il nostro benessere fisico ed emotivo.
I Cinque Sensi e la Fame
La Mindful Eating ci insegna che esistono diversi tipi di fame, e i cinque sensi — vista, olfatto, udito, tatto e gusto — svolgono un ruolo centrale nel soddisfarla. Imparare a riconoscerli ci aiuta a distinguere tra fame fisica e fame emotiva, rendendoci più consapevoli delle nostre scelte alimentari. Vediamo in dettaglio come ciascun senso contribuisce all’esperienza del cibo:
1.Fame degli Occhi
Questo tipo di fame è legato a ciò che vediamo: i colori, le forme, e la presentazione del cibo.
2.Fame del Naso
L’olfatto ha un potere evocativo, capace di suscitare desideri e risvegliare emozioni profonde
3.Fame delle Orecchie
Anche i suoni influenzano il nostro desiderio di mangiare
4.Fame del Tatto
La consistenza e la temperatura del cibo stimolano la fame del tatto.
5.Fame della Bocca
Infine, il gusto è forse il senso più immediato e soddisfacente: sapori dolci, salati, amari e acidi influenzano direttamente il nostro desiderio di continuare a mangiare.
Trigger dell’Alimentazione Inconsapevole
I trigger, o inneschi, sono fattori che possono portare a episodi di alimentazione inconsapevole. Non riguardano solo il cibo, ma includono situazioni, emozioni e ricordi che risvegliano in noi il desiderio di mangiare anche quando non siamo fisicamente affamati. Ecco alcuni esempi di trigger comuni:
•Cibi Specifici: Alcuni alimenti, come patatine, biscotti o cioccolato.
•Situazioni Sociali: Eventi come feste o buffet, con abbondanza di cibo a disposizione.
•Emozioni: La tristezza, la noia o lo stress sono spesso associati a un’alimentazione emotiva.
Strategie per Gestire i Trigger e Sviluppare una Relazione Sana con il Cibo
La Mindful Eating ci propone di compilare una “scheda dei cibi e delle situazioni ad alto rischio” per aiutarci a riconoscere e gestire meglio i nostri trigger. Ecco come possiamo strutturarla:
1. Elenco dei Cibi e delle Bevande a Rischio
Facciamo una lista degli alimenti e delle bevande che percepiamo come “trigger” e inseriamoli progressivamente nella nostra alimentazione, iniziando da quelli meno “pericolosi” fino a quelli che ci scatenano più desiderio. Questo ci permette di ridurre il potere del cibo come innesco emotivo.
2. Elenco delle Situazioni a Rischio
Identifichiamo le situazioni che potrebbero scatenare un episodio di alimentazione incontrollata e classifichiamole dal rischio più basso a quello più alto. Scegliamo una o due situazioni “a rischio basso” da inserire nella nostra quotidianità, aumentando gradualmente la consapevolezza su come esse influenzano la nostra fame.
Conclusione
La Mindful Eating ci insegna che mangiare non riguarda solo la sazietà fisica, ma anche il coinvolgimento consapevole di tutti i nostri sensi. Sperimentando con i cinque tipi di fame e gestendo i trigger inconsapevoli, possiamo sviluppare una relazione equilibrata e sana con il cibo. Praticare la Mindful Eating non significa privarci del piacere del cibo, ma riconoscere le sfumature e i dettagli di ogni boccone, vivendo pienamente l’esperienza del mangiare e promuovendo un benessere che soddisfa sia il corpo che la mente.
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Tratto dal workbook del corso professionisti Mindful Eating
Scritto dalla docente psicoterapeuta transculturale Laura Fasoli
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