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Capodanno e buoni propositi: perché il bisogno di ricominciare nasconde spesso una stanchezza profonda

  • Immagine del redattore: Paolo Patria
    Paolo Patria
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 1 min

Ogni Capodanno si ripete lo stesso rituale.

Liste, promesse, reset.


“Da gennaio torno in controllo.”

“Da domani mi rimetto in riga.”


Eppure, per molte persone, questo slancio dura poco.

Non per mancanza di impegno, ma perché si basa su un’idea sbagliata di cambiamento.


Il mito del “da domani”


Il cambio di data viene vissuto come una cancellazione del passato.

Ma il corpo non funziona così.


Il corpo:


  1. ricorda

  2. risponde a ciò che ha vissuto

  3. reagisce alla restrizione


Ogni “ripartenza” rigida spesso riattiva lo stesso ciclo:

controllo → perdita di controllo → colpa → nuovo controllo.


Mindful eating come cambio di paradigma


La mindful eating non promette trasformazioni rapide.

Propone qualcosa di più radicale: continuità.


Non:


“Da domani sarò diversa”


Ma:


“Da oggi provo a osservare cosa succede, senza punirmi”


Il cambiamento reale non nasce dalla forza,

ma dalla possibilità di restare presenti anche quando emerge la difficoltà.


Per chi vive il conflitto


Se a Capodanno senti il bisogno urgente di “sistemarti”,

forse non è motivazione.

È stanchezza.


E la stanchezza non si cura con nuove regole,

ma con più ascolto e meno violenza.


Per i professionisti


Gennaio è il mese con il picco di richieste dietetiche.

Ma anche il mese ideale per introdurre:


  1. un linguaggio diverso


  2. una lettura non colpevolizzante


  3. un lavoro sulla relazione con il cibo


La mindful eating offre strumenti solidi per uscire dal modello ciclico e fallimentare del controllo.


Una domanda diversa


Non:


“Cosa devo eliminare da gennaio?”


Ma:

👉 “Cosa mi ha portato fin qui, e cosa mi serve davvero ora?”





psiconutrizione e mindful eating



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