top of page

Natale, cibo e corpo: quando la difficoltà non è la tavola, ma tutto ciò che ci portiamo dietro

  • Immagine del redattore: Paolo Patria
    Paolo Patria
  • 2 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Natale è spesso raccontato come un momento di gioia, convivialità, abbondanza.

Ma per molte persone è uno dei periodi più complessi dell’anno nel rapporto con il cibo e con il corpo.


Non perché “si mangia troppo”.

Ma perché emerge tutto ciò che durante l’anno viene tenuto a bada.


Natale come lente di ingrandimento


Durante le feste:


  1. le routine saltano


  2. il controllo alimentare si allenta


  3. le emozioni sono più intense


  4. i commenti sul corpo (propri e altrui) aumentano


Il Natale non crea il disagio.

Lo rende semplicemente più visibile.


Chi vive un rapporto difficile con il cibo spesso arriva a questo periodo già stanca:

stanca di controllarsi, di compensare, di “fare la brava”.


E quando il controllo vacilla, entra in scena il giudizio.


Il nodo non è il cibo


Se a Natale senti:


  1. ansia prima dei pasti


  2. senso di colpa dopo


  3. bisogno di compensare


  4. difficoltà a stare nel momento


non è perché ti manca forza di volontà.

È perché probabilmente hai imparato a usare il controllo come unica strategia di regolazione.


La mindful eating non è un insieme di regole per “gestire le feste”.

È un cambio di postura interna:

meno guerra, più osservazione.


Uno sguardo utile (per chi vive la difficoltà)


A Natale non serve mangiare “nel modo giusto”.

Serve chiedersi:


  1. cosa sto provando davvero?


  2. di cosa avrei bisogno, oltre al cibo?


  3. che voce sto ascoltando: quella della cura o quella del giudizio?


Uno sguardo clinico (per i professionisti)


Il periodo natalizio è un passaggio cruciale per chi lavora con il comportamento alimentare.

È qui che si attivano:


  1. cicli restrizione–abbuffata


  2. disregolazione emotiva


  3. vergogna corporea


  4. rigidità cognitiva


Saper accompagnare questo momento richiede competenze che vadano oltre la prescrizione.

Serve saper leggere la relazione, il contesto, la storia.


Forse la domanda giusta non è “come sopravvivere al Natale”,

ma:

👉 “come posso restare in relazione con me stessa anche quando è difficile?”






psiconutrizione e mindful eating



Commenti


bottom of page