Le diverse tipologie di abbuffate
- Paolo Patria

- 26 set
- Tempo di lettura: 2 min
Le abbuffate compulsive non hanno tutte la stessa forma. A volte sono evidenti e travolgenti, altre volte più sottili e nascoste, ma in ogni caso portano con sé emozioni difficili come colpa, vergogna, perdita di controllo o frustrazione.
Riconoscere e comprendere le diverse tipologie di abbuffate è un passo importante per imparare a guardarsi con più consapevolezza, meno giudizio e maggiore compassione.
Le principali tipologie di abbuffate
🔹 1. Abbuffata oggettiva
È la forma più conosciuta: un episodio caratterizzato da un’eccessiva quantità di cibo, accompagnata da una sensazione di perdita di controllo. Spesso lascia conseguenze fisiche come dolore allo stomaco, nausea e grande senso di colpa.
🔹 2. Abbuffata soggettiva
Qui non si parla necessariamente di grandi quantità di cibo, ma di come la persona percepisce quell’episodio. Anche se non rispetta i criteri clinici di un’abbuffata, il vissuto emotivo è molto simile: senso di fallimento, vergogna e auto-giudizio.
🔹 3. Semi-abbuffata
È più rapida e spesso avviene di nascosto, magari di notte o in momenti di solitudine. La compulsione è forte ma più breve, e può sembrare più “gestibile”, anche se lascia comunque disagio e frustrazione.
🔹 4. Abbuffata a rallentatore
Qui c’è più spazio di scelta: si resiste per un po’, si selezionano i cibi con cura e ci si prende il tempo per prepararli. C’è quindi maggiore presenza mentale rispetto alle altre tipologie, e questo può rappresentare un punto di partenza per ritrovare progressivamente più consapevolezza e controllo.
Sintomi ed elementi comuni
Le abbuffate, indipendentemente dalla forma, hanno caratteristiche ricorrenti:
consumo di cibi percepiti come “proibiti”;
sensazioni di colpa e vergogna;
comportamenti compensatori (rigidità nelle regole alimentari, segretezza, restrizioni estreme);
oscillazioni di peso nel tempo;
continua valutazione di sé in base al corpo, alla forma o al numero sulla bilancia.
I principali fattori di rischio
Spesso le abbuffate nascono o si mantengono a causa di alcuni meccanismi:
eccessiva rigidità nelle regole alimentari;
iper-controllo e restrizioni caloriche;
difficoltà a gestire le emozioni senza ricorrere al cibo;
incapacità di ascoltare i segnali naturali di fame e sazietà;
insoddisfazione dei propri bisogni, fisici ed emotivi.
Strumenti per iniziare a gestirle
Affrontare le abbuffate non significa “avere più forza di volontà”, ma sviluppare strumenti di ascolto e auto-compassione:
Respirazione: imparare a fermarsi, calmare l’ansia e tornare al presente.
Self-compassion: trattarsi con gentilezza, distinguendo i comportamenti dalle qualità personali, senza identificarsi con l’errore.
Mindfulness: allenarsi alla consapevolezza del corpo e delle emozioni, per ridurre il giudizio e costruire un rapporto più equilibrato con il cibo.
Le abbuffate non definiscono chi siamo. Sono un segnale, non un fallimento.
Riconoscerne le diverse tipologie e i fattori che le alimentano è il primo passo per trasformare il rapporto con il cibo in un percorso di ascolto, rispetto e cura di sé.
Con consapevolezza, compassione e il giusto supporto, è possibile uscire dal circolo vizioso delle abbuffate e ritrovare un benessere autentico e duraturo.


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