Mangiare in vacanza senza sensi di colpa: quando il cibo è un alleato, non un nemico.
- Paolo Patria
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Le vacanze estive portano con sé profumi, sapori e momenti che aspettavamo da mesi.
Ma per tante persone, l’estate è anche il momento in cui esplode il conflitto col cibo.
Ci si impone una dieta ferrea prima della partenza (“questa volta ci arrivo pronta”), si conta ogni caloria fino al giorno della valigia, si spera che la bilancia scenda…
E poi, una volta in ferie, arriva il crollo: si mangia tutto quello che è stato vietato per settimane, si prova un mix di euforia e colpa, e si torna a casa con la sensazione di aver “rovinato tutto”.
Ti suona familiare?
Se sì, sappi che non sei tu il problema. È il meccanismo stesso a essere disfunzionale.
🚫 Il ciclo “restrizione – abbuffata – senso di colpa”
Quando ci priviamo a lungo di qualcosa, il desiderio cresce.
E quando finalmente “cediamo”, spesso lo facciamo in modo impulsivo, con la sensazione di perdere il controllo.
Questo meccanismo è tanto comune quanto doloroso:
Inizia con la restrizione (fisica o mentale: “non posso”, “non devo”)
Prosegue con l’abbuffata o l’eccesso (“ormai sono in vacanza, tanto vale”)
Si chiude con il senso di colpa (“non ho forza di volontà”, “ho rovinato tutto”)
Ed è proprio questo circolo vizioso a generare malessere. Non il cibo in sé.
🌴 Con il Mindful Eating puoi scegliere un’altra strada
La vacanza può essere un tempo di libertà, anche nel rapporto col cibo.
Ma per viverla davvero, serve un cambio di prospettiva: non più regole, ma ascolto.
Ecco alcune pratiche che possono fare la differenza, anche in ferie:
🍓 1. Osserva come ti senti quando mangi qualcosa che ti piace
Prenditi un momento per notare: che gusto ha? Che consistenza? Ti fa sentire sazia, nutrita, coccolata?
Mangiare consapevolmente significa anche permettersi il piacere, senza giudizio.
🌬️ 2. Respira prima dei pasti, per creare un momento di presenza
Bastano 3 respiri profondi per interrompere il pilota automatico.
Questo semplice gesto ti riporta al corpo e ti aiuta a riconoscere di cosa hai davvero bisogno.
🍽️ 3. Siediti (sì, anche al chiosco!) e assapora
Anche un panino sulla spiaggia può essere un pasto mindful.
Mangiare seduta, con calma, anche solo per 10 minuti, riduce l’impulso di mangiare oltre il necessario e aumenta il senso di soddisfazione.
🔄 4. Nota la differenza tra fame fisica e fame emotiva
Fame fisica: arriva gradualmente, parte dallo stomaco, passa con il cibo.
Fame emotiva: arriva all’improvviso, è urgente, parte da un’emozione (noia, ansia, stress).
Non c’è nulla di sbagliato nel mangiare emotivamente, ma è utile riconoscerlo per non esserne in balia.
💌 5. Accogli la fame emotiva come un messaggio, non come un errore
Spesso il bisogno non è di cibo, ma di riposo, connessione, contenimento.
Mangiare può essere una risposta temporanea, ma non è una colpa.
La fame emotiva va ascoltata, non zittita.
🌞 Mangiare con leggerezza mentale, non fisica
In vacanza non serve “compensare”.
Non serve “bruciare quello che hai mangiato” o “tornare subito a dieta”.
Quello che serve è vivere l’estate pienamente, anche nel rapporto col cibo.
Perché la vera leggerezza è quella che senti nella mente, quando smetti di lottare con te stessa.
🧭 Se sei una professionista della salute…
Questo è un tema che merita attenzione anche in studio, con pazienti e clienti.
Durante l’estate, aumentano:
Le ricadute nei disturbi alimentari
Le richieste di diete last-minute
I sensi di colpa post-ferie
Il Mindful Eating può essere uno strumento potente per accompagnare le persone verso un’estate più libera, radicata nel rispetto del corpo e del piacere.
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